giovedì 4 gennaio 2018

I sacchettini

La norma europea EN13432 dice: un materiale per definirsi "compostabile" deve
  • degradarsi almeno del 90% in 6 mesi se sottoposto a un ambiente ricco di anidride carbonica; tali valori vanno testati con il metodo standard EN 14046 (anche chiamato ISO 14855);[1]
  • a contatto con materiali organici per un periodo di 3 mesi, la massa del materiale deve essere costituita almeno per il 90% da frammenti di dimensioni inferiori a 2 mm; tali valori vanno testati con il metodo standard EN 14045;[1]
  • il materiale non deve avere effetti negativi sul processo di compostaggio;[1]
  • bassa concentrazione dei metalli pesanti additivati al materiale;[1]
  • valori di pH entro i limiti stabiliti;[1]
  • contenuto salino entro i limiti stabiliti;[1]
  • concentrazione di solidi volatili entro i limiti stabiliti;[1]
  • concentrazione di azoto, fosforo, magnesio e potassio entro i limiti stabiliti.
Quindi NON dice che devono essere completamente biodegradabili ma che i pezzettini non si vedano più dopo un certo tempo e che non rompano le scatole alle discariche.
La legge italica impone che almeno il 40% sia organico. Ciò significa che il 60% è e rimane PLASTICA.
Conseguentemente se li buttate nell'organico ve li mangerete al prossimo raccolto. I biogeneratori invece li trasformeranno in diossina che respirerete. Se li mangiano i pesci moriranno comunque soffocati e inquinati.
Quindi non dovete usarli per l'organico ma solo per l'indifferenziato che va presumibilmente in discarica. Io nell'organico butto solo piante morte senza sacchetto.

Detto ciò scordatevi che la GrandeDistribuzioneOrganizzata vi faccia utilizzare quelli di carta perché la cassiera vuol vedere cosa avete messo nel sacchettino.
Il ministero ha autorizzato comunque a portarseli da casa ma la bilancia non lo sa e ve lo farà pagare lo stesso. Comunque su Amazon li comprate a più di 3 centesimi , quindi non vale la pena.
Morale della favola: usate i sacchettini del supermercato e riusateli per l'indifferenziato.
Per parte mia ne uso pochissimi perché puzzano, non si aprono e si rompono. Per la spesa uso una sacchetta gialla riusabile del dechatlon.
Non so se ci sono amici di renzie che producono sacchettini , ma ci sono molte aziende che lo fanno e danno lavoro a qualcuno in un mondo che del lavoro non sa che farsene, ma questo è un altro discorso che merita un approfondimento successivo.


mercoledì 14 giugno 2017

 haiku 5,7,5
E'  giunto il caldo:

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giugno ventoso

muove la lieve gonna

e i bianchi piedini


lunedì 28 settembre 2015

E' piovuto stanotte

Haiku 5,7,5
E' piovuto stanotte.

Nel letto caldo
col tuo corpo gioco
fruscio di pozze


lunedì 2 marzo 2015

Haiku 5,7,5

micio che guarda

la camelia caduta

nel freddo sole

                                                                                foto Sony nex 5R

venerdì 10 ottobre 2014

I LED BLU

Per i molti che non lo sanno il  premio nobel per lafisica è stato assegnato a Isamu Akasaki e Hiroshi Amano, entrambi dell’Università di Nagoya, e Shuji Nakamura, professore all’Università della California a Santa Barbara ma giapponese pure lui.

Molti hanno fatto credere  che i Nobel per la fisica (Nakamura & C.) abbiano semplicemente inventato il LED.
Niente di più falso: i LED esistono almeno dagli anni 50. I primi led erano essenzialmente  rossi , come quelli dei  primi bruttissimi orologi digitali.
Il salto di qualità per ottenere led illuminanti (cioè bianchi di alta potenza) sarebbe stato nella possibilità di produrre diodi led ad energia più elevata , cioè BLU.
In effetti un led blu sparato contro un  fosforo gialllo fornisce una luce bianca. Fino a 6400 Kelvin si ha la luce bianca fredda. A 2700 Kelvin si ha la luce bianca calda (un po' giallina). Vi consiglio di leggere bene la temperatura di coloredei ledche comprerete perché quelli a 6400 Kelvin fanno una luce veramente spettrale (nel senso del fantasma).
Intorno al 90, esistevano già i led BLU costituiti da cristalli di NITRURO di GALLIO (GaN) che lavorano a 3,4 eV di energia , ma la loro potenza era scarsa a causa della piccola dimensione dello strato di cristallo ottenibile con tecniche tradizionali.
Nel 94 nakamura & C. ebbero l'idea vincente di far crescere grandi cristalli di GaN su uno zaffiro trasparente, cioè corindone puro ( ossido di alluminio Al2O3) .
Parole di Nakamura:

"A subsequent approach was to invert the LED chip
and take light through the ‘‘back’’ or sapphire substrate side."

Nakamura ci aveva provato quando lavorava alla Nichia ma successivamente gli furono tolti i fondi necessari per proseguire la ricerca. Caparbiamente Nakamura continuò la ricerca in proprio e nel 1993 riuscì ad ottenere il primo led su zaffiro che produceva luce bianca intensa riproducibile industrialmente.
Onore al merito ed alla perseveranza. Molti dei nostri dovrebbero prendere esempio da questo campione di dedizione alla scienza.

lunedì 16 giugno 2014

giovedì 13 marzo 2014

Urlicht



In Italiano

Luce primigenia



Oh rosa rossa!

L’uomo è sprofondato nel più grande bisogno!

L’uomo è sprofondato nel più grande dolore!

Come vorrei piuttosto essere in Paradiso.

Quando giunsi ad un largo sentiero

Un piccolo angelo si avvicinò per farmi tornare indietro!

Ah no! Non mi lascerò respingere!

Io vengo da Dio e tornerò a Dio!

L’amoroso Dio mi darà un po’ di luce,

che mi illuminerà verso la felicità eterna! 


Gustav Mahler